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No all’iniziativa per la limitazione: le scuole universitarie svizzere hanno successo grazie alla loro interconnessione

Mobilità a rischio, esclusione dai programmi europei di ricerca e formazione non-ché mancanza di certezza del diritto: le conseguenze dell’accettazione dell'iniziativa per la limitazione sulla competitività e sulla forza innovativa delle scuole universitarie svizzere sarebbero gravi. Per superare le sfide globali che la nostra società deve affrontare, è indispensabile la partecipazione a progetti di ricerca multidisciplinari e internazionali. Nell'interesse di una forte comunità scientifica ed economica svizzera, swissuniversities raccomanda di respingere l'iniziativa per la limitazione.

L'iniziativa per la limitazione (iniziativa popolare federale «Per un'immigrazione moderata») mette in pericolo due importanti accordi bilaterali per le università svizzere: la libera circolazione delle persone ed i programmi di ricerca.

Le scuole universitarie svizzere rivestono posizioni chiave nella rete accademica internazionale e rientrano tra le migliori al mondo. Yves Flückiger, presidente di swissuniversities, sottolinea: «È una votazione sul nostro futuro. I giovani e la comunità accademica devono essere nella posizione di potersi confrontare a livello internazionale ed avere libero accesso alle innovazioni e ai progetti di ricerca del continente. Il successo delle università è anche una garanzia per l'economia del nostro paese, la sostenibilità del suo stato sociale e la qualità della vita dei suoi cittadini.

Il coronavirus ce l'ha dimostrato: con le sue scoperte, la scienza fornisce la base per le decisioni politiche ed economiche. La scienza identifica i problemi dei nostri tempi e può fornire rispettive soluzioni. La scienza è il risultato di uno sforzo congiunto: grazie allo scambio internazionale nel campo della ricerca e dell'insegnamento, i progetti e i risultati possono essere continuamente rivisti e migliorati.

Limitazione della mobilità del personale accademico e degli studenti

L'iniziativa mira ad abolire la libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Unione Europea (UE). L'accettazione dell'iniziativa limiterebbe la mobilità del personale accademico e degli studenti. Per molti talenti stranieri, l'accesso a una scuola superiore svizzera sarebbe bloccato. Inversamente, i ricercatori e gli studenti svizzeri avrebbero difficoltà a sviluppare il proprio curricolo in altri paesi europei, il che potrebbe ostacolare seriamente la loro carriera. Senza la libera circolazione delle persone, la Svizzera, in quanto centro di istruzione e ricerca, rischierebbe di perdere la sua posizione di leader. Sarebbe anche fatale per la nostra economia della conoscenza, per la quale lo scambio internazionale di competenze è essenziale.

Esclusione dai programmi di ricerca europei

L’accettazione di questa iniziativa significherebbe la fine degli accordi bilaterali I, motivo per cui l'iniziativa è chiamata anche iniziativa contro i bilaterali. In caso di risoluzione di un singolo trattato, anche tutti gli altri trattati perdono la loro validità. Se la Svizzera decide di opporsi alla libera circolazione delle persone, anche gli altri accordi cadrebbero. Tra questi vi è la partecipazione della ricerca svizzera ai programmi quadro di ricerca dell'UE, ossia a Orizzonte 2020, attualmente in corso, e al futuro Orizzonte Europa. I sistemi di supporto nazionali ed europei si completano a vicenda in modo interattivo. Di conseguenza, i progetti di ricerca sarebbero gravemente ostacolati se fossero esclusi in Svizzera.

Incertezza giuridica

Se gli accordi bilaterali I vengono annullati, la Svizzera dovrà realizzare partenariati individuali per qualsiasi cooperazione. I negoziati di questi accordi sono lunghi e complessi. Occorre anche un'elevata disponibilità da parte dei partner a sviluppare soluzioni speciali con la Svizzera. La comunità di ricerca dipende da regole del gioco chiare per tutti i suoi membri. Per le scuole universitarie svizzere, questa incertezza giuridica crea ostacoli che rendono difficile o persino impossibile l'accesso ai progetti europei. L'accettazione dell'iniziativa il prossimo 27 settembre avrebbe conseguenze immediate sul posizionamento della Svizzera nella comunità di ricerca europea. Un «sì» all'oggetto in votazione porrebbe inevitabilmente fine agli accordi bilaterali con l'UE entro 13 mesi. Per quanto riguarda la ricerca, la Svizzera non si siederebbe più al tavolo con gli altri paesi. Perderebbe anche lo stretto contatto nelle reti di ricerca. Il programma di ricerca, Orizzonte Europa, sarà lanciato proprio quest'anno dall'Unione Europea.

In seguito all’accettazione dell’iniziativa popolare contro l'immigrazione di massa il 9 febbraio 2014, la Svizzera è stata temporaneamente esclusa dal programma quadro di ricerca europeo Orizzonte 2020. Questa esclusione ha causato danni a lungo termine, poiché i ricercatori svizzeri hanno perso l'opportunità di partecipare ad alcuni progetti su larga scala.

Mantenere relazioni stabili nell'interesse del futuro della Svizzera

Apertura e relazioni stabili sono il presupposto centrale per il benessere della Svizzera. Oggi la Svizzera offre alla popolazione condizioni sociali ed economiche eccellenti. Le relazioni internazionali della Svizzera contribuiscono in modo significativo a questo benessere. Una ricerca e una formazione competitiva a livello internazionale, dal canto loro, sono un fattore chiave per l'innovazione al servizio della comunità. Se l'iniziativa venisse accettata, annullerebbe le relazioni stabili e durature delle scuole universitarie. La Svizzera metterebbe a rischio la sua reputazione di affidabilità sulla scena internazionale. Ciò peggiorerebbe la situazione economica e sociale in Svizzera.

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Contatto:

Josefa Haas, Responsabile communicazione

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T +41 31 335 07 40

 

 

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